Un tappeto di nuvole – immagini

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… e io, Alessandra, Lorenza e Andrea “Ciuby” : il gruppo della “Notturna al Marmagna”…

#DiariodiBordo, data terrestre 24 e 25 luglio 2017
#siamounabellasquadra

“Sai Lore, se non troviamo una destinazione interessante per le ferie di settembre potremmo tornare qua.”

Io e Lorenza ci guardiamo perplessi e stupiti perché da Andrea Morini, il suo compagno, non ci saremmo mai aspettati una frase del genere. Ciuby, il soprannome con cui lo chiamano tutti, non è né un amante della montagna né delle camminate; inoltre in questo momento sta scendendo dal Rifugio Mariotti di Lago Santo appoggiandosi alle racchette che gli ho prestato e grazie ad una massiccia dose di antidolorifici perché piega un ginocchio con fatica e sofferenza.

“Secondo me è colpa del male che lo fa sragionare”. E’ una sorpresa anche per Alessandra, il quarto componente di questo strambo gruppo il cui unico aspetto comune è l’essere tutti appassionati di fotografia e iscritti al Circolo Fotografico “Renato Brozzi” di Traversetolo (PR).

Beh, ci sarebbe anche da quando li ho conosciuti li ho prima apprezzati come persone poi come fotografi e ora li considero amici con cui è facile stare insieme e condividere esperienze, non solo fotografiche.

Queste due mezze giornate sono state proprio questo: dei bei momenti passati assieme a chiacchierare, ridere, fotografare, insomma a fare qualcosa che ci piace e per alcuni di loro anche scoprire e vedere posti nuovi.

L’idea era di scattare immagini in notti senza luna in un posto con poco inquinamento luminoso, cercando di immortalare la Via Lattea con in primo piano la Croce sul Monte Marmagna, una delle cime dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Il programma deciso nei giorni precedenti prevedeva: partenza da Lagdei alla volta di Lago Santo percorrendo il sentiero “Maria Luigia”, con pendenze più morbide e adatto a non-camminatori quali sono i miei compagni di gioco. Sosta merenda al Rifugio Mariotti per posare il necessario a dormire lì alla notte e poi ripartenza verso la vetta. Attesa delle stelle, scattare tante foto per poi ridiscendere in modo da essere entro le 2,00 di notte al nostro ritiro, dormire almeno un poco e al mattino, percorso il sentiero “Panoramico”, ripartire per tornare a casa.

Questo era il piano che ovviamente minacciava di saltare e che, invece, è stato solo in parte stravolto. Perché era a rischio? beh, perché il meteo aveva deciso di fare i capricci e di complicarci la vita. Ci è riuscito? Forse, no.
Anzi. Senza “forse”. Decisamente “no”!!

Ma andiamo con ordine. Nei giorni precedenti è stato tutto un guardare meteo vari e messaggiarci i pensieri cupi: “Cavolo, mettono acqua a botta!! … Che sfiga!!!… Dai che forse cambia, ora dice che pioverà solo al mattino ….”. alla fine la decisione: Andiamo e vediamo.

Ore 15,15 di lunedì 24 luglio. Arrivo nel piazzale di Lagdei e cielo decisamente plumbeo. Zaini in spalla, partiamo alla volta di Lago Santo (“intanto arriviamo lì”) affrontando con molta calma il “Maria Luigia” . Pausa-merenda al Mariotti, durante la quale riusciamo a convincere una famiglia a proseguire per la loro camminata,  con somma gioia della moglie e faccia cupa del marito, e poi via alla volta della Croce (“Andiamo su; al massimo guardiamo il tramonto e poi scendiamo”). Durante questa parte di sentiero iniziano le prime difficoltà per il buon Ciuby: fatica, mal di gambe, principi di crampi. Arrivare alla Sella del Marmagna è già un grosso traguardo.

Ad attenderci però nubi, freddo e vento.
“Ormai che sono arrivato sino a qui, voglio arrivare anche alla vetta Zio*****”.
Vista la spinta propositiva di Andrea ripartiamo e arriviamo a vedere la croce dal sentiero laterale di accesso e non dal diretto, troppo duro per lui.

Purtroppo anche qui ci aspettano nubi, freddo, vento e imprecazioni di Morini.
Speranze di fotografare il tramonto poche; speranze di fotografare stelle e Via Lattea, nulle.
Sconsolati ci sediamo a terra decidendo il da farsi mentre un camminatore solitario arriva, guarda cupo il panorama e se ne va dichiarando: “che brutto tempo, meglio scendere”. Un pensiero che quasi iniziamo a condividere mentre le nubi attorno a noi ci avvolgono immobili, in una calma apparente.

Ed è pochi minuti dopo che accade l’imponderabile: il cielo improvvisamente inizia ad aprirsi, la massa di vapore d’acqua scende di quota e lo spettacolo che ci appare davanti è un incredibile panorama in cui un tappeto di nuvole si muove una quarantina di metri sotto di noi e in cielo solo pochi cumulonembi che iniziano piano piano a tingersi dei colori caldi del tramonto. Sono salito numerose volte su questi sentieri ma mai mi era capitato una visione simile.
In un attimo tutta la fatica fatta sparisce, le imprecazioni non si sentono più e sul volto dei miei compagni larghi sorrisi hanno preso il posto di espressioni corrucciate.
Iniziamo a scattare.
Foto si susseguono a foto per più di un’ora sino a quando l’ultimo raggio di sole sparisce all’orizzonte e decidiamo che è ora di rientrare.

Stanchi ma soddisfatti iniziamo il rientro al rifugio dicendoci che “anche se non abbiamo fotografato le stelle è stato bellissimo lo stesso“.
Ancora non sappiamo che mentre scendiamo all’interno della faggeta, il cielo nero senza luna si sta liberando dagli ultimi cirri e riempiendo di tante punti luminosi.
Un soffitto di luci bianche in cui spicca chiaro il motivo principale per cui siamo saliti su: La Via Lattea.
Giunti al Mariotti a noi non resta che sederci un attimo sulle panchine, contemplare la visione, farci preparare qualcosa di caldo da bere, posizionare i cavalletti e rimetterci a fotografare.

E’ l’1.00 quando decidiamo che è ora di ritirarci nella camera nr.2 e di metterci a dormire, felici come dei bambini piccoli la mattina di Natale.

L’esperienza per me finisce adesso che sono le 12,15 del 25 luglio quando Ciuby mi posa davanti alla mia ditta perché devo rientrare a lavoro.
Mi restano dentro tante sensazioni e istantanee di momenti divertenti e emozionanti. Gli occhi sgranati di Alessandra e il sorriso incredulo di Lorenza quando il cielo libero è comparso a noi; la soddisfazione di Andrea per le immagini riprese che ripagano dello sforzo compiuto; lo stare insieme seduti sulle panche esterne del Mariotti con il naso all’insù; le ciarle e le confidenze che ci hanno permesso di conoscerci un poco di più e il sapere che l’avventura proposta ha lasciato in loro qualcosa di bello e nuovo. La conferma che #siamounabellasquadra.
Mi resta fuori, visibile, un sorriso che tornerà a mostrarsi ogni volta che ripenserò a questa magica notte.

So long
A.

P.S. A nome mio e dei miei compagni di gita, un ringraziamento sentito a Marcello, Vania, Martina e a tutto lo staff del Rifugio Mariotti per la pazienza e disponibilità a soddisfare le esigenze di un gruppo di fotografi strampalati con orari assurdi.
Secondo me ci rivedremo presto

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ciuby99 ha detto:

    Bella e divertente esposizione dei fatti, a corredo di bellissime immagini… per descrivere un’esperienza davvero bella, intensa e indimenticabile…

    Sono davvero felice di far parte del c.f. Brozzi, poichè faccio parte di un gruppo di amici, che condividono la passione per la fotografia.
    E grazie a questa comune passione, si trova sempre un buon motivo per passare del tempo assieme…
    A volte per un semplice gelato, a volte per condividere esperienze indimenticabili come questa…

    Grazie!

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    1. andreaferrari ha detto:

      Le tue parole sul “perché” facciamo parte della stessa associazione mi fanno più piacere di un complimento per le foto o per il testo …
      grazie!!

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  2. Silvia Piazza ha detto:

    Posso solo fare complimenti per il bellissimo lavoro che avete svolto: passione, impegno, perseveranza e perché no, anche fatica fisica!
    Bravissimo Andrea, ottimo risultato!

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    1. andreaferrari ha detto:

      Grazie Silvia!!!

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